IL TROLL E L’ORCO

Il Troll è un’importante figura mitologica, sia britannica che scandinava. Si tratta di un essere fatato che possiede alcune caratteristiche in comune coi Goblin, ma dotato di assai minor longevità rispetto alle altre creature del mondo magico.

In Gran Bretagna il Troll è creduto un abitante delle isole Orcadi e delle isole Shetland. Viene talvolta chiamato “Trow”, soprattutto presso gli scozzesi.

CARATTERISTICHE DEL TROLL

Il Troll presenta alcune caratteristiche fisiche molto diverse a seconda di quale sia la propria indole. Quello di indole malvagia è più grande e più stupido, a volte dotato anche di due teste. Al contrario, quello di indole benevola è piccolo (o a volte di dimensioni umane) e più arguto. In Scandinavia, soprattutto, il Troll di indole benevola ha anche una vistosa capigliatura, talora dai colori fantastici. Tenere la sua statuetta in casa è considerato di buon auspicio.

Nonostante ciò, questa creatura non ha mai un bell’aspetto. Viene sempre rappresentato con un naso enorme, gli occhi luminescenti, la pelle verrucosa e i denti diradati.

Il Troll gigantesco è spesso maleodorante e irritato dai rumori molesti. In alcune illustrazioni, quello più piccolo può avere la coda al posto della lunga chioma. Per queste ragioni, la sua apparizione mette sempre una certa agitazione, e in generale non è ben considerato.

CREDENZE POPOLARI

I Troll- illustrazione di Alan Lee tratta dal romanzo "Il signore degli anelli" di John Ronald Reuel Tolkien.
I Troll- illustrazione di Alan Lee tratta dal romanzo “Il signore degli anelli” di John Ronald Reuel Tolkien.

Come il Goblin, viene ritenuto un rapitore di bambini, che sostituisce nella culla con altri Troll. Oppure può rapire fanciulle mortali per sposarle, essendo molto rari i Troll di sesso femminile.

Esiste sempre un legame particolare tra il Troll e i bambini, anche per la credenza che solo questi ultimi siano in grado di vederlo. Per questa ragione, è una figura che ha ispirato numerosi film americani per l’infanzia (il più famoso dei quali è Troll del 1986, di John Carl Buechler). E’ probabile che nei secoli antichi molti bambini dicessero di vederne uno, nascosto nel buio delle proprie stanze, solo per non andare a letto. I Troll sono infatti noti per essere creature della notte, dal momento che odiano più di tutto la luce del sole, e sono pertanto visibili solo al calar delle tenebre.

Secondo alcune leggende, il Troll saprebbe trasformarsi in pietra se esposto ai raggi solari, proprio come i nani del folklore germanico. E’ questo, essenzialmente, l’unico modo per uccidere un Troll.

I Troll più anziani, tendenti a un’indole malinconica, deciderebbero spontaneamente di togliersi la vita esponendosi ai raggi del sole dall’alto di una montagna, che scelgono come eterna dimora (la Grande Vetta). Alcune pareti rocciose dall’aspetto strano, presenti soprattutto in Scandinavia, vengono ritenute appunto dei Troll pietrificati.

DOVE VIVONO I TROLL

Per paura del sole, il Troll è dunque obbligato a vivere nelle grotte oppure nelle foreste più fitte. Non di rado, alcuni di loro possono vivere anche nelle miniere per estrarre metalli preziosi, al pari dei nani tedeschi.

Il Troll è infatti particolarmente attaccato ai beni materiali, che colleziona e custodisce gelosamente. Un segno di benevolenza verso quest’essere è donargli un oggetto qualsiasi (fosse anche un bottone), di cui avrà sempre molta cura. In Scozia, i “Trow” vengono considerati custodi di forzieri e altre ricchezze, al pari dei Leprechaun irlandesi.

I Troll che vivono nelle foreste sono soprattutto quelli di piccole dimensioni. Essi sono i custodi della foresta stessa, come gli Elfi e i Goblin. Questi tipi di Troll sono senza dubbio i più socievoli e i meno attaccati alle ricchezze. Tant’è vero che talvolta premiano coloro che mostrano rispetto per il loro habitat con dei ricchi doni (cosa impensabile per gli altri tipi di Troll!) oppure predicendo loro il futuro. Per questa ragione, i piccoli Troll delle foreste sono considerati portafortuna e simbolo dell’amore per la natura.

I TROLL GIGANTI O ORCHI

I Troll giganteschi (quelli cioè più stupidi e crudeli) presentano invece molte caratteristiche in comune con l’orco, un’altra creatura del mondo magico. Quest’ultimo è chiamato in inglese “ogre” o “orc“, ed è anch’esso un essere gigantesco, crudele e dotato di scarsa intelligenza. Dunque facile da ingannare.

A differenza del Troll, tuttavia, l’orco adora mangiare i bambini più che rapirli, ed appartiene prevalentemente alla tradizione folkloristica del sud Europa (soprattutto italiana e francese). Il motivo è che l’orco nasce dal folklore romano ed etrusco. Furono infatti questi due popoli a dare vita alla sua leggenda. Si può dunque affermare che il Troll sia una versione dell’orco più diffusa nell’Europa settentrionale.

L’orco passeggia spesso con un bastone, proprio come a volte il Troll gigante passeggia con in mano una clava, simbolo della sua mentalità primitiva. Inoltre al Troll gigante viene attribuito un passo incredibilmente veloce, con il quale rincorre gli umani che lo disturbano facendo rumore nella foresta.

Anche l’orco di sesso femminile è più raro, ma meno raro che nei Troll. L’orco femmina è chiamato “orchessa” ed ha spesso un’indole meno malvagia della variante maschile.

Il nome “orco” deriva dal latino “Orcus“, che era l’antico nome del dio degli inferi romano prima che fosse sostituto con “Plutone“. A differenza di Plutone, però, questa divinità era priva di connotazioni positive. Plutone è infatti considerato protettore delle ricchezze e dei metalli preziosi del sottosuolo, ed è lo sposo della bellissima dea Proserpina (o “Persefone“, per i Greci).

Dal termine latino “Orcus” è derivato il nome che oggi è utilizzato un po’ in tutte le lingue per indicarlo: “Ogre” in inglese e in francese, “Oger” in tedesco e “Ogro” in spagnolo.

GLI ORCHI NELLE FIABE PER BAMBINI

Poiché Plutone era il dio della ricchezza, anche all’orco viene attribuito desiderio di accumulo e amore verso i beni materiali. Lo stesso dicasi per il Troll. Nelle fiabe, alcuni orchi possiedono infatti tesori immensi, forzieri di monete d’oro oppure galline che fanno le uova dorate, come nella favola tradizionale inglese di “Giacomo e il fagiolo magico” (Jack and the Beanstalk). E molti malcapitati finiscono divorati dagli orchi proprio perché desiderosi di impossessarsi delle loro ricchezze.

In alcune fiabe tradizionali (come ad esempio “Il gatto con gli stivali” di Charles Perrault e dei Fratelli Grimm) l’orco possiede anche dei poteri magici, oltre alla semplice forza bruta. Ad esempio, può essere capace di trasformarsi in ciò che vuole (come il Boggart), oppure possiede mantelli per rendersi invisibile e stivali per aumentare la sua velocità. Oppure può avere un fiuto o una vista eccellente. Cosa, questa, che ha dato origine alla celebre frase: “Ucci ucci sento odor di cristianucci!” pronunciata dall’orco della fiaba di Pollicino“, scritta da Charles Perrault (poi riproposta anche dai Fratelli Grimm).