TIR NAN OG

Tir Nan Og (o Tír na nÓg) è uno dei tanti luoghi del folklore irlandese, in cui si dice sia nascosto il regno della fate. Non è il solo regno leggendario della tradizione pagana dove si dice che vivessero fate, elfi e altre creature magiche. Ma fra tutti è sicuramente quello più famoso.

Per tradizione, questo luogo immaginario si colloca a ovest dell’Irlanda, e cioè nell’oceano Atlantico, poiché in epoca primitiva rappresentava un punto vicino ai confini del mondo allora conosciuto.

La parola “Tir nan og” significa in gaelico irlandeseterra del giovane eterno (o “terra della giovinezza“), poiché si credeva fosse un’isola in cui era impossibile morire e invecchiare. A Tir Nan Og, per tradizione, non esistono le malattie, le ferite guariscono in pochi secondi. I suoi abitanti (elfi e folletti) passano le giornate ridendo, scherzando e allestendo banchetti luculliani.

Viene chiamata anche Mag Mell (“la pianura della gioia“), poiché si dice che qui nessuno abbia più desideri o necessità di alcun tipo. A lei sono dedicate leggende, favole e canzoni.

COME NASCE L’IDEA DI TIR NAN OG

Oisín e Niamh si dirigono a Tir Nan Og. Illustrazione di Albert Herter, 1899.
Oisín e Niamh si dirigono a Tir Nan Og. Illustrazione di Albert Herter, 1899.

Tir Nan Og è legata soprattutto alla leggenda dei Tuatha De Danann (o Sidhe), gli antichi abitanti dell’Irlanda prima dell’arrivo del popolo dei Gaeli o Scoti. Questi ultimi erano una popolazione celtica che abitava in Irlanda già in epoca preistorica, e che nel VI secolo si stanziò anche in Scozia (dando il loro nome al Paese). Poichè in realtà i Gaeli non erano invasori ma indigeni d’Irlanda, molto probabilmente i Tathua De Danann  non sono mai veramente esistiti. Rappresentano semplicemente i primitivi dèi che venivano venerati dai Gaeli. Tuttavia secondo la leggenda, che li vuole coraggiosi e intrepidi guerrieri, quando li scacciarono dalla loro terra si rifugiarono presso Tir Nan Og, l’isola ai confini del mondo. Qui, oltre a questo mitico popolo, si dicono vivere anche fate e altre creature magiche.

Prima della conversione al cristianesimo, si credeva inoltre che qui giungessero le anime dei defunti. Il luogo rappresentava quindi una sorta di Eden o Paradiso in terra. Tuttavia vi sono numerose leggende su alcuni mortali che riuscirono a esplorarlo pur essendo in vita.

LA LEGGENDA DI OISIN E NIAMH

La leggenda più famosa, a questo proposito, è quella di Oisìn (o Ossian), figlio di Finn, capo dei guerrieri Fenian d’Irlanda. Innamoratosi di Niamh, la figlia del dio del mare Manannan, Oisìn trascorse un anno a Tir Nan Og assieme alla sua amata, fino al giorno in cui prevalse in lui la nostalgia di casa. Tornato indietro galoppando sul cavallo bianco di Niamh, Oisìn si accorse che in Irlanda erano passati cento anni dalla sua scomparsa. Non uno solo, come lui invece credeva. Nonostante l’avvertimento di Niamh di non poggiare mai i piedi per terra (poiché altrimenti sarebbe invecchiato di cento anni come tutti i mortali), Oisìn volle scendere da cavallo. Oppure cadde da cavallo, secondo la versione più diffusa. Trasformatosi così in un orribile vecchio, venne raccolto per strada da San Patrizio, patrono d’Irlanda.

"Ossian che suona l'arpa", di François Pascal Simon Gérard, 1801.
“Ossian che suona l’arpa”, di François Pascal Simon Gérard, 1801.

Questi tentò invano di convertirlo al cristianesimo poco prima che sopraggiungesse la morte. Oisìn, tuttavia, rifiutò di convertirsi, essendo incapace di rinunciare ai piaceri sfrenati e alla vita che aveva vissuto a Tir Nan Og.

Oltre a Oisìn, si narra che anche il mitico re Artù riuscì a raggiungere Tir Nan Og, navigando con la sua nave Prydwen.

Sull’isola vivrebbe anche Finvarra, il re delle fate irlandesi, anticamente re dei Tuatha De Danann.

Questo argomento (ossia il “Re delle fate“) è trattato in modo completo e dettagliato in una pagina a parte del blog, presente in questa stessa sezione (“LEGGENDE IRLANDESI“).