LE FATE E LE STREGHE

Con il terminefate si intendono due concetti diversi. Si possono infatti chiamare così tutti gli abitanti del mondo magico appartenenti al folklore e alla cultura mitologica di un determinato popolo, oppure solo un gruppo particolare di esseri magici, composto da creature di sesso femminile in grado di fare magie.

I TIPI DI FATE

Esempio di fata circondata di luce. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
Esempio di fata circondata di luce. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

Quest’ultimo tipo di fate ha solitamente l’aspetto di fanciulle, anche se alcune di loro possono essere di sesso maschile, soprattutto all’interno del folklore irlandese.

Queste fate si distinguono in: quelle di grandezza umana (che possiedono un proprio corteo, e generalmente sono più esperte nel fare incantesimi) e quelle minuscole (che sono dotate di ali e  prendono il nome di fatine). Entrambe sono caratterizzate da un aspetto avvenente e allo stesso tempo alquanto insolito. Le fate, secondo l’iconografia internazionale, possono infatti avere le orecchie appuntite, lunghe dita sottili, e possono vestirsi con petali di fiori oppure foglie. Oppure ancora utilizzare dei fiori come cappello o come guanti. Possono inoltre essere circondate da una luce particolare, proprio come gli elfi, cosa che rende le piccole fatine volanti simili a lucciole.

Esempio di fatina alata. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
Esempio di fatina alata. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

L’elfo è un tipo di fata che fa parte soprattutto del folklore germanico e scandinavo. E’ ormai accertato che dagli elfi sono derivati i folletti (Leprechaun) del folklore irlandese e britannico. Tant’è vero che spesso questi ultimi vengono chiamati anch’essi “elfi” senza distinzione. Gli elfi propriamente detti, tuttavia, sono generalmente più grandi e più belli, mentre i folletti sono più piccoli e dall’aspetto più buffo. A causa delle loro dimensioni, in Irlanda i folletti si chiamano anche il piccolo popolo (the little people).

Secondo alcune teorie, anche le fate sarebbero derivate dagli elfi. Infatti la differenza tra fate, elfi e folletti resta ancora molto sottile a livello di terminologia. E’ per questo che spesso si chiamano “fate” tutte le creature del mondo magico.

ORIGINE DEL NOME “FATA”

Al di là delle caratteristiche fisiche, tra i tre termini (fata, elfo e folletto) vi è anche una differenza culturale. Come già detto, gli elfi fanno parte del folklore tedesco e scandinavo, mentre i folletti del folklore irlandese (più raramente britannico). Le fate, invece, derivano dal folklore italiano e francese. Il termine “fata” si rifà infatti alla terminologia latina, e deriva da fatus (destino, morte). Questo ad indicare la natura pericolosa di queste creature. In Irlanda, in particolar modo, esiste la credenza che le fate e i folletti siano messaggeri del demonio.

Secondo un’altra ipotesi, però, “fata” sarebbe il femminile di fauno“. I fauni erano le antiche divinità romane protettrici dei campi, dei boschi e delle greggi. Allo stesso modo, la fata sarebbe protettrice e custode di boschi e foreste, suoi habitat naturali.

Si utilizzò il termine “fata” per la prima volta nelle fiabe francesi. Deriva infatti dal francese fée, da cui è sua volta derivato il termine inglese fairy(o più arcaicofaerie).

Secondo altri, non ci sarebbe differenza tra le fate e gli elfi, e la stessa parola “fata” deriverebbe dal tedesco Elfe, che significa appunto “elfo“.

COME NASCE L’IDEA DI QUESTI ESSERI MAGICI

Anche l’origine delle fate è molto controversa. In Norvegia si crede che siano il frutto del caos, simboleggiato dal gigante Ymir, che morendo dette origine a queste creature. In Islanda, invece, si crede siano i figli di Adamo ed Eva che vennero occultati dalla madre agli occhi di Dio, e per questo costretti a vivere nascosti anche agli occhi degli uomini. Secondo altre versioni, sarebbero le anime dei non battezzati, costrette a vagare sulla terra perché indegne del paradiso. Oppure potrebbero essere creature infernali che vivono sulla terra per nuocere ai mortali e fare scherzi, proprio come altre creature infernali che però hanno accesso al mondo dei vivi solo la notte di Halloween.

LE ABITUDINI DELLE FATE

La corte degli Scontenti. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
La corte degli Scontenti. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

Nonostante alcune fate siano socievoli e di indole benigna, in generale tra loro e gli umani non corre buon sangue.

Per paura di una punizione dovuta alle loro malefatte o per la naturale avversione che i cristiani provano verso di loro, le fate vivono nascoste, e solo in rari casi si mostrano ai mortali. Gli elfi tedeschi, in particolar modo, vivono nascosti anche perché amano la quiete e non sopportano di essere disturbati da estranei.

Secondo la credenza irlandese, il piccolo popolo vivrebbe nascosto durante il giorno perché privo di poteri magici, che riacquista invece di notte. Tutto ciò simboleggia il suo legame con le forze oscure.

La notte è infatti il momento della giornata in cui le fate escono più volentieri ed hanno predominio sul mondo (soprattutto quando c’è la luna piena). E’ per questo che molte di loro sono credute circondate da una luce: perché essa permetterebbe di illuminare il loro cammino nell’oscurità.

Se è vero che odiano la compagnia degli esseri umani, al contrario le fate amano molto riunirsi fra di loro, ed è raro trovarle da sole. Le fate più grandi, in particolar modo, si riuniscono in corti che hanno per capo un re o una regina, come fanno i Pixie. Anche le fate più piccole, tuttavia, possono riunirsi in corti e marciare su dei cavalli fatati microscopici, oppure a cavallo degli insetti. In Scozia è presente il mito della Corte Contenta (di natura benevola) e della Corte degli Scontenti (formata da fate che si divertono a rapire i viandanti durare la notte e a fare scherzi volando sopra i villaggi).

DOVE SI TROVA IL REGNO DELLE FATE

Il piccolo popolo. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
Il piccolo popolo. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

A lungo si è dibattuto su dove fosse collocato il regno delle fate. Secondo l’antica mitologia britannica e irlandese, le fate abitano in luoghi geografici reali, che si estendono oltre l’orizzonte. Oppure su isole fantasma (come Tir Nan Og).

Oggi, tuttavia, prevale la credenza secondo cui il regno delle fate sarebbe collocato in tutti i luoghi poco frequentati dagli umani. E quindi nei boschi, sottoterra, sulle colline, sulle rovine e nei castelli abbandonati. Oppure nelle grotte e nelle miniere, o ancora tra le rocce. In Galles e in Irlanda si dice che alcuni regni fatati si trovino sotto le acque dei laghi o dei mari, specialmente in prossimità di piccole isole. E che case e castelli siano visibili se si guarda attentamente nelle loro profondità. Non solo: anche i rintocchi delle campane sarebbero ancora udibili dalla profondità delle acque! In Irlanda esiste appunto la leggenda del dio Bran, figlio di Febal, che un giorno venne invitato dal dio del mare Manannan Mac Lir nel suo regno sull’isola di Emhain. Questo era collocato proprio nelle profondità del mare.

Per non essere disturbate, le fate getterebbero incantesimi su alcuni luoghi in cui vivono, per renderli invisibili all’occhio umano. Questo maleficio può essere spezzato con un contro-incantesimo, mangiando cibi fatati, oppure, più frequentemente, durante la notte, quando le fate escono allo scoperto).

PIANTE SACRE

Le fate nella vegetazione. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
Le fate nella vegetazione. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

Le fate che abitano le colline sono per tradizione le più numerose. Si può sospettare la loro presenza quando su queste alture crescono piante a loro sacre: primule, campanule, biancospino, viole del pensiero, querce, sorbi, olmi, ecc. Le piante sacre alle fate vengono da loro utilizzate per fare incantesimi, oppure come dimora da parte delle fate più piccole. Molte fate vivono all’interno dei fiori oppure sugli alberi, mimetizzandosi con il resto della vegetazione. Alcune di loro presentano infatti un aspetto molto simile ad elementi vegetali, oppure possono trasformarsi in animali. Diventa a quel punto molto difficile poterle distinguere in mezzo alla flora e alla fauna. Per potersi camuffare meglio, alcune si vestono addirittura con foglie e fiori, come già spiegato nel primo paragrafo.

Le fate sono molto attaccate al loro regno o habitat, e ne sono le protettrici. Come gli elfi, vigilano su questi luoghi affinché non vengano danneggiati dagli esseri umani.

Anche le fate che vivono sugli alberi sono protettrici di queste piante, oppure possono trasformarsi esse stesse in alberi, sempre al fine di non essere viste.

Per questa ragione, si crede che toccare alcuni tipi di albero possa causare la morte o le malattie. E’ il caso, ad esempio, della betulla, del noce e del sambuco. Questi alberi, come pure il salice e l’olmo, prenderebbero vita durante la notte, riuscendo addirittura a camminare o parlare.

E’ questa la ragione per cui non bisogna mai attraversare la foresta di notte. In altri casi, abbattere un albero sacro alle fate significa gettarsi addosso la sventura, o viceversa la corteccia dell’albero può avere proprietà guaritrici. Le fate che vivono sopra agli alberi da frutto sono responsabili dei raccolti abbondanti, perciò l’ultimo frutto dell’albero deve essere lasciato ogni anno sul ramo per ingraziarsi il suo ospite.

I FUOCHI FATUI

Gli alberi delle fate. Illustrazione tratta dal libro "Fate" di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.
Gli alberi delle fate. Illustrazione tratta dal libro “Fate” di Brian Froud e Alan Lee, BUR edizioni.

Le fate, come già detto, possono essere di natura malevola o benevola. Sono comunque sempre inclini a scherzi, soprattutto quelle più piccole, aiutate dalla loro bassa statura che le rende meno visibili. Altre sono portate per il canto e altre ancora suonano svariati strumenti musicali. Alcuni di essi sono ottenuti dalle piante: il violino, l’arpa, il tamburo, il flauto e lo zufolo sono tra i loro strumenti preferiti. Tutte le fate hanno comunque un forte legame con la musica, e amano sopra ogni altra cosa danzare attorno al fuoco, che accendono durante la notte.

I fuochi accesi dalle fate sono generalmente disposti entro cerchi segnati da pietre o da funghi, che possono venire scorti durante il giorno dai mortali. Essi indicano la presenza di un luogo fatato.

A volte i viandanti che si avventurano nel bosco di notte possono scorgere dei fuochi in lontananza. Questi fenomeni non hanno ancora trovato una spiegazione scientifica, e  per questo vengono chiamati “fuochi fatui“.

Entrare nel mondo delle fate è sempre pericoloso per un mortale. Sia perché qui le fate hanno maggior potere, sia perché spesso non è possibile a un mortale poterlo lasciare, con il rischio di rivelare a qualcuno dell’esistenza del piccolo popolo.

IL TEMPO NEL REGNO DELLE FATE

All’interno del regno delle fate il tempo non scorre con la stessa velocità di come scorre sulla terra: un minuto nel regno fatato corrisponde a molti anni nel mondo dei mortali. Per questo chi resta intrappolato al suo interno e poi riesce a fuggire, scopre di averci trascorso molti secoli. Una volta di ritorno, poi, l’umano diventerebbe sensibile allo scorrimento del tempo avvenuto durante la sua assenza, trasformandosi immediatamente in polvere.

LE STREGHE

Le streghe (witches) sono invece particolari creature magiche di indole unicamente malvagia, e dalle fattezze principalmente femminili. Esiste tuttavia anche la parola maschile stregone (in inglese “sorcerer”, derivato dal francese “sorcière” con cui si indica la strega). Questo termine indica un uomo dotato della stessa indole delle streghe e capace di fare incantesimi. A differenza delle fate, le streghe sono sempre di dimensioni umane, dall’aspetto orribile e tendenti a vivere solitarie. Questo salvo alcune eccezioni.

"A visit to the witch" (Una visita dalla strega), dipinto del 1882.
“A visit to the witch” (Una visita dalla strega), dipinto del 1882.

All’interno del folklore popolare, è soprattutto la fisionomia eccezionalmente repellente a distinguere la strega dalla fata. Le streghe possono essere vecchie (come la Baba Jaga del folklore russo o la Peg Powler del folklore inglese) oppure più raramente giovani. Ma sono sempre di aspetto inquietante, con mani ossute, piedi grandi, voce gracchiante, cappelli a punta, nasi sproporzionati e pieni di verruche.

Nel libro per bambini Le streghe (The Witches) pubblicato dallo scrittore gallese Roald Dahl nel 1983, si afferma che le streghe vivano camuffate in mezzo ai mortali, e che siano distinguibili perché prive di capelli (portano infatti la parrucca), con lunghi guanti per nascondere le mani artigliate, scarpe a punta per nascondere l’assenza delle dita dei piedi, gli occhi cangianti colore e la saliva blu.

USANZE DELLE STREGHE

Le streghe, come tutti gli esseri del mondo magico, erano anticamente considerate creature infernali. Ma erano più di altre legate al demonio, che evocavano durante strane cerimonie notturne. Queste cerimonie avevano nome sabba perché erano solite avvenire la notte tra il sabato e la domenica. Momento, questo, che per i Celti (antichi abitanti d’Irlanda, Galles e Scozia) segnava il passaggio da una settimana all’altra. I periodi che scandiscono un passaggio temporale erano ritenuti, presso i Celti, quelli in cui gli esseri fatati avevano maggior potere sulla terra, come Halloween.

"The three witches" (Le tre streghe) di Henry Fuseli (1783).
“The three witches” (Le tre streghe) di Henry Fuseli (1783).

Oggi, nonostante le antiche credenze, col termine “strega” si intende una qualsiasi donna in grado di fare incantesimi, sia essa buona o cattiva, brutta o bella. Questo grazie anche alla letteratura moderna (si pensi a Glinda de “Il mago di Oz” di L. Frank Baum, o a Hermione Granger del romanzo di Harry Potter di J. K. Rowling) e agli sceneggiati televisivi che denominano “strega” anche le fate buone. E’ perciò scomparso l’antico terrore e la superstizione legata a questa figura. Ma nei secoli antichi, le streghe sono state oggetto di una lunga e spietata persecuzione, soprattutto in Germania durante gli anni dell’Inquisizione tedesca, a causa del legame che veniva loro attribuito col demonio.

CACCIA ALLE STREGHE

A differenza delle fate, che vivono nascoste in un proprio regno, le streghe venivano credute rifugiarsi all’interno della normale popolazione, e per questo andavano uccise per evitare che potessero nuocere ai mortali. Chi era sospettato di stregoneria veniva solitamente bruciato sul rogo, affinché non restasse traccia del corpo, che poteva tornare in vita attraverso un incantesimo. Così facendo, inoltre, le streghe venivano accomunate agli eretici, a cui si riservava la stessa fine.

Anche in Gran Bretagna la “caccia alle streghe” (Witch-hunt) venne praticata fino ai primi anni dell’Ottocento, sebbene non raggiunse mai i livelli dell’Inquisizione tedesca del XVI secolo. Una famosa persecuzione avvenne nel 1692 nella colonia britannica di Salem, nell’Oregon, durante la quale furono impiccate per stregoneria 19 donne, e imprigionate 150 all’interno di un insediamento di 100.000 abitanti.

L’ultima strega bruciata sul rogo risale agli anni ’80 del Novecento in Messico, e cioè un secolo dopo che l’Inquisizione venne destituita in tutto il mondo. (Se sei interessato ad approfondire l’argomento “Streghe“, puoi visitare la pagina dedicata alle STREGHE del sito internet “Parliamo Tedesco, dove troverai molte informazioni interessanti e più complete).

STREGHE BRITANNICHE

Due famose streghe del folklore gallese medievale sono la Dama verde di Caerphilly (famosa per trasformarsi in edera e per il castello che sorge nell’omonima cittadin), e la strega Gwyllion (che se ne sta seduta tra le rocce a spiare i passanti). Come tutte le creature del mondo magico, queste due streghe sono respinte dal ferro.